Tecnologia Digitale, Politica e Società:
Riflessioni per crescere nella consapevolezza.


Il tuo valore si misura screditando gli altri? Una riflessione sul confronto distruttivo e su come trasformarlo

Nel mondo del lavoro, dove la competizione è spesso percepita come inevitabile, emergono comportamenti che non solo danneggiano chi ne è vittima, ma che finiscono per erodere la qualità delle relazioni professionali e l’efficienza dell’intero gruppo. Una domanda sorge spontanea: “Davvero il tuo valore dipende da quanto riesci a screditare un collega davanti al capo o al responsabile?” Questa modalità, oltre a essere eticamente discutibile, è una strategia che, a lungo termine, produce effetti negativi non solo su chi la subisce, ma anche su chi la adotta e sull’intera organizzazione.

Screditare gli altri non è mai un comportamento casuale. Spesso, alla base, troviamo dinamiche psicologiche complesse. C’è chi, sentendosi insicuro o inadeguato, pensa di proteggersi abbassando il livello percepito degli altri. È una forma di difesa, che maschera un profondo bisogno di approvazione e una scarsa fiducia in sé stessi. Ad esempio, in un team di lavoro, un dipendente potrebbe tentare di sottolineare gli errori di un collega durante una riunione, non tanto per migliorare il progetto, ma per mettersi in luce agli occhi del manager. Questo comportamento però, lungi dal portare benefici, genera tensione, abbassa la fiducia reciproca e mina il clima collaborativo del gruppo.

In molti casi, questi atteggiamenti sono amplificati dalla cultura aziendale. Un ambiente in cui si premia il risultato individuale senza considerare il contributo collettivo tende a incentivare la competizione tossica. Se il management presta attenzione solo ai successi personali e ignora i comportamenti negativi, diventa inevitabile che alcuni vedano nel confronto distruttivo un’opportunità per emergere. Il problema è che questa visione a breve termine non solo danneggia le relazioni interne, ma rende più difficile raggiungere gli obiettivi aziendali. Una squadra divisa è una squadra inefficace.

L’errore fondamentale di chi scredita gli altri sta nel credere che il proprio valore possa essere costruito distruggendo quello altrui. Questo approccio è contrario alla realtà dei fatti: i leader e i responsabili più capaci sono attenti non solo al risultato, ma anche al come si è arrivati a quel risultato. Non premiano chi divide, ma chi unisce. È importante comprendere che il vero valore di un professionista si misura nella sua capacità di creare soluzioni, di collaborare e di far crescere gli altri.

Immaginiamo un team in cui un collega, invece di screditare, si impegna a supportare gli altri, magari offrendo un consiglio per evitare un errore o proponendo un’idea per migliorare un progetto. Questo tipo di comportamento non solo rafforza il rapporto di fiducia, ma aumenta la coesione del gruppo e migliora i risultati complessivi. Un leader che osserva simili dinamiche non avrà dubbi su chi rappresenti un reale valore per l’azienda.

Per cambiare queste dinamiche tossiche, è fondamentale che il management aziendale sia consapevole di quanto sia cruciale un ambiente lavorativo sano. I leader non devono limitarsi a osservare i risultati, ma devono anche monitorare e intervenire sulle dinamiche relazionali. Un manager capace sa riconoscere comportamenti distruttivi e intervenire tempestivamente, ad esempio attraverso colloqui individuali, per aiutare chi li adotta a comprendere le conseguenze del proprio agire. Non si tratta di punire, ma di educare.

Formare il personale alla consapevolezza e alla gestione sana delle relazioni è un investimento essenziale. Percorsi di formazione, workshop sull’intelligenza emotiva e sulla comunicazione assertiva possono fare una grande differenza. Durante questi momenti di formazione, i dipendenti possono imparare a riconoscere i propri schemi di comportamento, a gestire l’insicurezza e a costruire relazioni basate sul rispetto reciproco. Ad esempio, simulazioni di situazioni lavorative reali, guidate da un formatore esperto, possono aiutare a sperimentare alternative costruttive ai conflitti.

Il management gioca un ruolo chiave anche nel dare l’esempio. Un leader che dimostra rispetto, che ascolta attivamente e che valorizza il contributo di tutti crea un modello positivo che il team è portato a imitare. Quando i manager promuovono una cultura della collaborazione, diventa chiaro che screditare gli altri non è un comportamento accettabile né efficace. Le organizzazioni che investono in questi aspetti vedono migliorare non solo il clima interno, ma anche la produttività e la capacità di innovare.

Alla base di tutto c’è una verità semplice: il valore di una persona non può mai essere costruito distruggendo quello degli altri. Screditare un collega non ci rende più competenti, ma rivela le nostre insicurezze. Al contrario, lavorare con consapevolezza, puntando sulla collaborazione e sull’empatia, ci permette di crescere come professionisti e come esseri umani.

Il cambiamento non è immediato, ma è possibile. Le aziende che investono nella formazione, che valorizzano il lavoro di squadra e che adottano politiche inclusive pongono le basi per un ambiente in cui ognuno può esprimere il meglio di sé senza il bisogno di ricorrere a confronti distruttivi. In fondo, il successo di un’organizzazione non si misura mai dai risultati di un singolo, ma da quanto tutti i suoi membri riescono a crescere insieme.

© 2024 Echo Pox – Tutti i diritti riservati

Lascia un commento

Verificato da MonsterInsights