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Copilot e .NET: come cambia davvero lo sviluppo software?

L’editor si apre, scrivi le prime lettere di una funzione… e la completano per te. Non è magia. È GitHub Copilot, l’assistente AI per sviluppatori che sta rivoluzionando il modo in cui si scrive codice, soprattutto nel mondo .NET.

La promessa è chiara: aumentare la produttività, ridurre gli errori, accelerare il rilascio. Ma come funziona davvero nella pratica quotidiana di uno sviluppatore C#? È solo un autocompletamento evoluto o qualcosa di più?

Abbiamo provato ad analizzarlo da vicino, con occhio critico e mente aperta.

Un copilota al tuo fianco

GitHub Copilot è alimentato da un modello linguistico generativo (Codex, derivato da GPT-4), addestrato su miliardi di righe di codice open source. È integrato perfettamente in Visual Studio e Visual Studio Code, suggerendo interi blocchi di codice mentre digiti, completando metodi, generando test unitari, persino scrivendo commenti intelligenti.

Nel mondo .NET, il suo comportamento è sorprendentemente efficace: completamenti pertinenti in C#, capacità di riconoscere pattern comuni, implementazioni MVC, classi di servizio e repository.

L’intelligenza è contestuale: Copilot capisce il nome della tua classe, gli attributi, lo stile. Se scrivi public async Task GetUserById(int id), lui sa già che probabilmente accederai a un database e preparerà uno skeleton con await dbContext.Users.FirstOrDefaultAsync(u => u.Id == id);.

Scrive lui, pensa lui? No, pensa ancora tu

Usarlo bene significa saper scrivere buoni prompt, ovvero descrizioni chiare in linguaggio naturale o nei commenti. Ma anche saper leggere e validare ciò che propone.

Perché sì, Copilot può sbagliare. A volte propone codice inefficiente, altre volte ripete pattern obsoleti, o addirittura introduce bug silenziosi.

Ecco perché molti team stanno già introducendo policy di revisione del codice AI-generated, checklist di sicurezza e monitoraggio del codice prodotto tramite strumenti CI/CD come SonarQube o ReSharper.

I test: un terreno fertile

Un ambito in cui Copilot brilla è la scrittura di unit test. Dato un metodo, propone automaticamente test case con xUnit o NUnit, completi di setup e assert. Una manna per chi vuole una buona copertura in poco tempo.

Naturalmente, serve validare gli edge case, ma per chi lavora in Agile e ha bisogno di scrivere rapidamente test parametrizzati, è un alleato potente.

Un cambiamento di mentalità

L’adozione di Copilot sta anche cambiando l’approccio mentale allo sviluppo. Non è più solo scrittura di codice, ma costruzione assistita, dove la responsabilità è nel controllo e nella guida dell’AI.

Si impara a pensare per intenzioni, a scrivere per far capire all’AI cosa si vuole. In questo senso, emerge una nuova competenza: il prompt engineering, anche nel contesto software.

Siamo pronti per questo salto?

I dati parlano chiaro. Microsoft dichiara che Copilot fa risparmiare fino al 55% del tempo su attività ripetitive. Ma la sfida non è tecnica. È culturale.

Alcuni sviluppatori lo abbracciano, altri lo vedono come una minaccia. Ma la realtà è che non sostituisce, potenzia. Il suo valore cresce nelle mani di chi ha già competenze solide, e può quindi guidarlo, correggerlo, sfruttarlo per liberare tempo e mente.

Fonti ufficiali:

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